Fabio Polese
È nato in provincia di Perugia nel 1984. È un giornalista e fotoreporter freelance di base in Thailandia. Ha realizzato reportage in diverse zone calde del Mondo, documentando guerre, culture dimenticate e popoli oppressi. I suoi lavori sono stati pubblicati su testate e televisioni italiane ed estere.
Nel Myanmar Orientale da oltre dieci anni segue la guerriglia Karen, che combatte contro il governo centrale dal 1949. Nell’isola filippina di Mindanao ha documentato l’avanzata dell’estremismo islamico e la drammatica situazione dei cristiani perseguitati. È stato tra i pochi reporter italiani presenti a Marawi, la città assediata dai gruppi locali affiliati allo Stato Islamico per quasi cinque mesi.
In Bangladesh, subito dopo l’attentato a Dacca del 2016, che ha ucciso anche nove nostri connazionali, è stato il primo giornalista occidentale ad entrare nel luogo della strage, realizzando un lungo reportage sul radicalismo. È poi stato a Kandapara, il secondo bordello più grande del Paese, dove ha racontato le storie di alune ragazze costrette a prostituirsi sin dalla giovane età.
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- 22-23-24 Settembre 2022, ore 10:00
In Thailandia si è concentrato sulle tradizioni di tribù ancestrali. Si è poi soffermato sull’aspetto occulto del Buddismo, tra rituali magici e tatuaggi sacri. Nel Sud-Est dell’Asia ha realizzato altri lavori in Vietnam, Cambogia e Laos.
In Europa ha raccontato i gruppi nazionalisti in Irlanda del Nord, Corsica e Kosovo. In Belgio, subito dopo gli attentati di Parigi nel 2015, ha realizzato un reportage a Molenbeek, la culla del jihadismo a pochi passi dall’Italia. In Donbass, nell’Ucraina dell’Est, ha documentato il conflitto seguendo le milizie filorusse nel fronte di Kominternovo, quando la guerra non aveva l’attenzione mediatica di ora. In Libano ha lavorato su Hezbollah e sui campi profughi palestinesi.
Per Eclettica Edizioni ha scritto il libro inchiesta “Le voci del silenzio. Storie di italiani detenuti all’estero” (2012), “Strade di Belfast. Tra muri che parlano e sogni di libertà” (2015), “Terra sacra e guerriglia” (2018), “Sak Yant. Inchiostro magico” (2019) e “Borderline. Storie dai confini del mondo” (2019). Per Mursia “I Guerrieri di Dio. Hezbollah: dalle origini al conflitto in Siria” (2017).
Le sue mostre fotografiche sono state allestite in Italia e Thailandia.
Descrizione della foto
Dopo il golpe militare del febbraio 2021 il Myanmar è sull’orlo di una guerra civile. Moltissimi giovani hanno lasciato la loro vecchia vita alle spalle per arrivare nei territori dei guerriglieri e imparare ad usare le armi per combattere i generali al potere. Tra questi c’è May Phyu Soe, 37 anni. E’ l’unica donna del gruppo di dissidenti birmani arrivati in questo campo segreto nascosto tra la fitta boscaglia del Myanmar Orientale e controllato dai ribelli Karen, che da oltre settant’anni lottano per ottenere un proprio Stato federale. Arriva da Mandalay e prima di maneggiare un M16 e addestrarsi per entrare in azione, faceva l’avvocato. Ha provato a protestare pacificamente, ma le manifestazioni sono state represse nel sangue e così ha deciso di partire, lasciando a casa il marito e la figlia piccola. Il suo sogno, se non morirà in battaglia, è quello di liberare il Myanmar e riprendersi la sua vecchia vita in un Paese libero dalla dittatura.
MYANMAR, Maggio 2022